Trattamento del dolore Disturbi di cervello, midollo spinale e nervi Manuale MSD, versione per i pazienti

I FANS più comunemente utilizzati sono l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene , il naprossene, il ketoprofene e il diclofenac (più spiccatamente antinfiammatori e antidolorifici, ideali contro i disturbi articolari, il mal di testa intenso, il mal di denti e le nevralgie). Sono tra i farmaci più utili e usati per attenuare https://retina.com.co/somatropina-steroidi-la-verit-sulle-performance/ l’infiammazione, alleviare il dolore e contrastare la febbre. Inibendo la produzione di prostaglandine, i FANS non selettivi impattano negativamente sulla mucosa gastrica con un effetto gastrolesivo. Esistono differenti tipologie di FANS, che si distinguono in base al particolare tipo di COX su cui agiscono.

Tuttavia, anche quando il disturbo di base può essere trattato, può essere necessario ricorrere agli antidolorifici per controllare rapidamente il dolore. I FANS, bloccano la produzione del precursore comune delle prostaglandine e dei trombossani, attraverso l’inibizione dell’enzima COX (ciclo-ossigenasi). Le prostaglandine sono responsabili dei sintomi dell’infiammazione i trombossani regolano l’azione delle piastrine .

  • Pertanto, è la produzione e l’attività delle PG ad azione vasodilatatoria, in condizioni di ipoperfusione renale, che contribuisce al mantenimento dell’emodinamica renale locale.
  • (, incluse duloxetina, venlafaxina e milnacipran) possono avere meno effetti collaterali che limitano la quantità di farmaco che può essere assunta.
  • Inoltre, molti farmaci influenzano l’azione del citocromo p450, modificando i tempi con cui le diverse sostanze vengono metabolizzate.
  • I FANS hanno un effetto antiinfiammatorio, analgesico ed antipiretico, tutti relativi alla loro interazione con la cascata dell’acido arachidonico.

Fra i farmaci considerati in questi studi non è compreso l’acido acetilsalicilico, che ha invece effetto protettivo sul cuore, tanto da essere utilizzato nella prevenzione delrischio cardiovascolare. Un’altra molecola di ampia diffusione è l’ibuprofene, la cui popolarità è aumentata nei primi mesi della pandemia a causa di un’ipotesi di correlazione con il peggioramento del decorso della malattia COVID-19. Di recente è stato al centro dell’attenzione a causa delle carenze patite da alcuni farmaci industriali che lo contengono. L’ibuprofene viene utilizzato in particolare per trattare il dolore muscolare e osteoarticolare (artrosi cervicale, lombalgia, dolori articolari al ginocchio, all’anca, tendinite…) e il mal di testa ed è ritenuto sicuro durante l’allattamento.

Queste azioni delle PG, che contribuiscono alla modulazione e regolazione renale della escrezione di sale e di acqua, verrebbero alterate dall’utilizzo di FANS determinando così alcuni degli effetti collaterali più frequenti associati a questi farmaci. Il meccanismo attraverso il quale PGE2 contribuisce alla natriuresi coinvolge una modifica delle resistenze locali nel microcircolo midollare. L’aumento di PGE2 che ne deriva provoca la dilatazione del tratto discendente dei vasa recta aumentano il flusso ematico nella midollare profonda inducendo così incremento della pressione e dell’ipotonicità midollare e, di conseguenza potenziamento dell’escrezione di sodio. Humanitas Mirasole SpA oltre ai cookie indispensabili al funzionamento del Sito, utilizza, previo Suo consenso, cookie anche di Terze Parti per raccogliere informazioni statistiche sulla navigazione del sito e per mostrarLe messaggi pubblicitari personalizzati e in linea con le Sue preferenze.

Cos’è e come si instaura l’infiammazione

Talvolta al dolore può associarsi la sensazione di nausea, che può essere aumentata dagli oppioidi. Antiemetici assunti per via orale, in supposte o per iniezione, possono prevenire o alleviare la nausea. Farmaci antiemetici usati comunemente sono la metoclopramide, l’idrossizina e la proclorperazina. Dal momento che i coxib bloccano essenzialmente gli enzimi COX-2, ci sono meno probabilità che causino problemi dovuti a irritazione dello stomaco.

FANS – Farmaci antinfiammatori non steroidei

È improbabile che pazienti con normale funzione renale sviluppino AKI secondaria all’uso di FANS contrariamente a quanto può accadere in pazienti con storia di ipertensione arteriosa, nota insufficienza renale, scompenso cardiaco congestizio, diabete mellito, cirrosi epatica scompensata. Inoltre, l’uso concomitante di altri farmaci potenzialmente nefrotossici in presenza di fattori precipitanti possono aumentare il rischio di indurre AKI principalmente, ma non esclusivamente, dovuto a Nefrite Interstiziale Acuta . Questi risultati devono però indurre cautela per il rischio di sottovalutazione dei potenziali problemi legato all’uso di FANS in soggetti vulnerabili in considerazione delle molteplici variabili connesse con l’insorgenza ed il rischio di danno d’organo da esposizione ai farmaci ed ai FANS nello specifico. Le proprietà antipiretiche ed analgesiche delle foglie e della corteccia del salice, da cui si estraeva una sostanza amara, erano note sin dall’antichità tanto da essere citate nelle osservazioni contenute nel Corpus Hippocraticum.

Adiuvanti analgesici

In formulazione spray viene usato per dare sollievo al mal di gola e alle irritazioni del cavo orale. L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo che subentra in risposta a un danno di diversa origine (infettiva, traumatica, degenerativa…). Comprende una serie di reazioni scatenate dal rilascio di particolari sostanze chimiche, che agiscono come mediatori, ossia facilitatori di eventi. Lo scopo è quello di neutralizzare la causa della lesione e attivare la risposta rigenerativa.

L’acido flufenamico (disponibile solo all’interno di creme cutanee in associazione ad altri principi attivi). Gli acidi N-arilantranilici o fenamici, dal punto di vista chimico, sono isosteri azotati dell’acido salicilico. Anche per questo gruppo di FANS le interazioni più frequenti sono quelle che si possono instaurare con gli anticoagulanti orali.

Tra i farmaci già menzionati il solo misoprostol può essere considerato efficace essendo in grado di ridurre l’incidenza delle gravi complicazioni. Purtroppo il farmaco è mal tollerato e molti pazienti interrompono il trattamento per i nuovi effetti indesiderati. Gli H2bloccanti, anche se utilizzati in modo estensivo non risultano invece efficaci mentre una alterativa al misoprostol potrebbe essere rappresentata dagli inibitori della pompa protonica, meglio tollerati. Va sottolineato però come questi ultimi farmaci siano in grado di ridurre solo l’incidenza di ulcere endoscopicamente documentate rispetto al placebo, ma manchino di dati che dimostrino la loro capacità di ridurre l’incidenza delle complicazioni, manchino cioè l’obiettivo clinicamente più rilevante.

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